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https://musicwontsaveyou.com/2016/08/06/va12/

Ci si potrebbe lungamente interrogare sul residuo significato nell’era digitale delle compilation di artisti vari, formato per sua natura già alquanto farraginoso, ancorché senz’altro ancora utile alla scoperta di nuovi nomi e di piccole gemme nascoste. La corposa raccolta di ventidue brani, pubblicata su due cd dalla finlandese Tavern Eightieth supera agilmente qualsiasi premessa metodologica, grazie all’acuta combinazione racchiusa nella sua proposta, interamente consistente in oltre due ore di materiale inedito, che una schiera di artisti che spazia da Midori Hirano a René Margraff, dagli Zelienople a Isnaj Dui ha inteso conferirvi, peraltro in connessione con una finalità benefica.

Dei due cd, il primo – che non a caso annovera tre artisti giapponesi – è incentrato in particolare su screziature ritmiche, cut-up sonori come quelli di Bibio e destrutturazioni tra sintetico ed elettro-acustico, che sfociano nelle spettrali manipolazioni e nei frammenti di rumore sparsi lungo i dieci minuti del brano finale di Matthew Collings.

Più decisamente orientato in senso ambientale è il secondo cd, che pure spazia dalle decompressioni di Docetism agli zufoli acustici di Katie English e alle imponenti dissonanze di Dino Spiluttini. Che più che un formato espressivo, le ambientazioni atmosferiche rappresentino un modo di atteggiarsi delle composizioni è poi testimoniato dai due brani in qualche misura eccentrici rispetto al contesto della raccolta, ovvero l’ipnotica ballata slow-core degli Zelienople e i dieci minuti di cadenzate note pianistiche ricamate da Glacis su un’essenziale trama di nastri e minuti frammenti analogici.

Non mancano, dunque, gli spunti di interesse lungo le due ore di “VA1+2”, testimonianza insieme della perdurante funzione delle compilation e, soprattutto, dell’accuratezza della selezione che vi presieduto, tanto più se come in questo caso dotata dell’ulteriore elemento dell’esclusività.